Il territorio di Verona era un punto di importanza strategia per Roma, durante la sua dominazione tutta l’area prosperò sino a diventare una delle città del nord Italia più importanti, statuto che mantenne anche dopo la caduta dell’impero.
Nel luglio 2001, a qualche chilometro dal paese di Arcole, vennero scoperti i resti di una villa rustica. Il luogo delle indagini copriva un'area di circa 11.000 mq, affacciata ad est sulla Via Padovana (provinciale 7), con ingresso in Via dell'Alzana, nei pressi della quale doveva probabilmente correre un strada che segnava il limite della villa al nord.La località dell'Alzana si trova a poca distanza da importanti vie di comunicazione esistenti già in etùà romana: a circa 3.8 Km a nord correva la Via Postumia e a 4 Km circa a nord-est vi era la via Porcilana o Imperialis (che collegava S.Martino Buon Albergo a Montagnana)
Area di influenza Longobarda, sotto cui acquisì importanza nel secoli VIII e IX. In un documento del 976 d.C. viene citato per la prima volta Arcole. Feudo dei conti di San Bonifacio dal 1164, lo affidarono poi alla famiglia degli Arcole per circa sessant’anni. Gli Scaligeri esiliarono gli Arcole e il loro torritorio fu soggetto al Distretto di Soave. Infine furono signori di Arcole i Malaspina.
Giovanni nacque a Verona nel 1390-93 dal notaio Arnolfo I d'Arcole e dalla sua prima moglie Lutia. Serio e valente studioso, fu professore all'Università di Bologna, insegnando logica, filosofia, quindi medicina. In seguito, fu "lettore" di medicina all'Università di Padova, poi in quella di Ferrara, per incarico del duca Borso d'Este. Fu medico, lodato dal Chiocco e dal Panvinio.Formatosi secondo i concetti della scuola medica araba, adottò, in seguito, i metodi della nascente scenza medica rinascimentale, esecitando la medicina e la chirurgia con capacità ed esperienza, compiendo interventi per quel tempo considerati audaci. Giovanni d'Arcole ha lasciato due opere di grande importanza che consistono in commenti classici della medicina araba, sulla quale aveva basato la sua formazione scientifica: "Pratica o Pratica medica", edita per la prima volta nel 1483, basata sul nono libro del noto trattato medico di ar-Rhazi dedicato ad al-Mansur, ed Expositio in primam fen. quarti Canonis Avcennae, pubblicata per la prima volta nel 1489, nel quale vengono trattati i vari tipi di febbre esistenti.Giovanni convisse con Paxia, dalla quale ebbe numerosi figli. Vari documenti testimoniano che Giovanni possedeva alcune proprietà ad Arcole. morì nel gennaio del 1458 a Ferrara, una città della quale era cittadino onorario dal 1455 per decreto del duca Borso d'Este, e fu sepolto nella chiesa ferrarese di S.Domenico. Alla sua morte Guarino Veronese gli dedicò alcuni epitaffi.
Per quasi quattro secoli la provincia di Verona fu parte della Repubblica Serenissima: dall’ultimo periodo Madioevale e fine del dominio Scaligero, fino all’arrivo di Napoleone Bonaparte e della sua Armata che determinò la definitiva caduta della “Serenissima” Repubblica nel 1797.
Patrizio veneziano ufficiale della marina militare nella Repubblica di Venezia. Nell’estate
1796 il Senato Veneto aveva decretato il divieto, alle navi di altre nazioni di entrare nella laguna
armate, usando se necessario la forza per scacciarle. Di ciò era stata data comunicazione al ministro
della repubblica francese. Il 20 aprile 1797, tre imbarcazioni con bandiera della Repubblica francese
si avvicinarono al porto. Il “Liberateur d’Italie”, agli ordini del capitano Jean Baptiste Laugier,
armata con 8 cannoni, entra in porto sparando nove colpi. Pizzamano intimò loro di invertire la rotta.
Il capitano Laugier ignorò il divieto proseguendo. Dal fronte di Sant’Andrea, Pizzamano ordinò due tiri
di avvertimento per intimorire gli invasori. Due imbarcazioni francesi invertirono la rotta, ma non il
“Liberateur” che a quel punto venne attaccato dalla galeotta veneziana comandata dal conte Viscovich e
dai suoi “Oltremarini” provocando morti, feriti e prigionieri. Il Pizzamano inizialmente elogiato dal
Senato Veneto, a seguito delle violente proteste dell’ambasciatore francese a Venezia, fu imprigionato
per accontentare i francesi. Solo con l’intercessione del vescono di Treviso Bernardino Marin, suo
parente, ottenne la grazia da Napoleone, fu rimesso in lebertà il 26 ottobre 1797. Sul fronte di
Sant’Andrea, nel 1911, venne posta una lapide in ricorso di Pizzamano e dell’avvenimento:
“Da questo forte Domenico Pizzamano respingendo il francese invasore s
egnò gloriosamente l’ultima difesa della Repubblica di S.Marco - 1797”
Napoleone, giovane generale del Direttorio arriva ad Arcole durante la prima Campagna d’Italia. Qui sarà combattuta la famosa battaglia, contro l’esercito austriaco e i suoi alleati tra il 15 e il 17 novembre 1796. La vittoria francese diede a Napoleone la spinta alle ambizioni di potenza e predominio in tutta Europa. Sull’Arco di Trionfo di Parigi, è scolpito un bassorilievo che rappresenta la battaglia di Arcole.
Le Pasque veronesi furono l’episodio più importante del più vasto movimento delle insorgenze
antifrancesi e antigiacobine, che scoppiarono in tutta la penisola italiana dal 1796 al 1814.
Premesse:
L’obiettivo di Napoleone, già della primavera del 1796, era completare
la conquista della ricca Lombardia, annettendo le provincie di Bergamo e Brescia (all’epoca parte
della Repubblica di Venezia). In effetti le truppe francesi, inizialmente accolte con l’impegno di
una breve sosta, erano già presenti alla fine dell’anno a Brescia e Verona: in tal modo anche se le
due città erano ancora sotto il dominio veneto, si crearono le premesse per gli eventi dell’anno
successivo. A Verona in particolare i francesi giunsero il 1° giugno 1796, occupando i forti militari
e alcuni edifici per il ristoro delle truppe, nonostante la Repubblica Veneta avesse dichiarato
la propria neutralità. I rapporti tra le popolazioni e i reparti veneti da una parte, e le truppe
francesi dall0altra, furono difficili sin dall’inizio per il comportamento più da occupanti che da
“ospiti” delle truppe francesi.